Oggi si terrà un nuovo sopralluogo sul Mottarone da parte degli ispettori della commissione nominata dal ministero delle Infrastrutture per l’indagine in corso. Inoltre, sempre oggi, ci sarà in Procura a Verbania un incontro tra il consulente Giorgio Chiandussi, professore del Politecnico di Torino, nominato per accertare le cause dell’incidente che ha provocato 14 vittime, gli investigatori e gli inquirenti, coordinati dalla procuratrice Olimpia Bossi.
Questo incontro servirà per approfondire gli elementi tecnici su cui verte il quesito della consulenza nella forma dell’accertamento irripetibile e con le informazioni di garanzia a tutte le persone coinvolte, oltre al caposervizio Tadini, al gestore Nerini e al direttore di esercizio Perocchio.
Da tenere sotto controllo c’è, soprattutto, la posizione dell’operatore che su ordine di Tadini non tolse i ceppi dai freni di emergenza quel 23 maggio, ma anche altri dipendenti e manutentori, ditte comprese.
Ci sarebbe da verificare la presunta “connessione” tra i malfunzionamenti ai freni e l’incidente, spiega un investigatore. Inoltre, se quei problemi che facevano bloccare la cabina, tanto che almeno “10 volte” in 15 giorni il caposervizio ha piazzato i forchettoni sulle ganasce, potessero essere un “campanello d’allarme” della “debolezza” del cavo che poi si è spaccato facendo volare la cabina, non più salvata dai freni di emergenza
Stanno avvenendo tutti gli accertamenti, ha spiegato Bossi, che sono proprio “finalizzati a capire perché la fune si è rotta e si è sfilata e se il sistema frenante aveva dei difetti”.
Inoltre, il tema d’indagine è certamente sapere se è accaduto e quando, come indicato da Tadini, il blocco della cabina dovuto alla “pressione dei freni” che scendeva “a zero”.
Per metà mattinata sono attesi, per un sopralluogo, gli ispettori della commissione di indagine ministeriale.