Emanuele Polizzi è stato trovato morto venerdì nella sua cella nel carcere di Marassi a Genova. Per la morte del detenuto sono stati indagati i due compagni di cella. Si era in attesa dell’autopsia per chiarire la causa della morte. È stata eseguita ieri pomeriggio dalla dottoressa Sara Lo Pinto.
Sul corpo sono stati ritrovati segni incompatibili con un suicidio, ma ci sono aspetti da chiarire. I due indagati per l’omicidio volontario sono coloro che hanno dato l’allarme la mattina alle 9.30.
Polizzi è stato ritrovato impiccato alle grate del locale condiviso con altri quattro detenuti e utilizzato anche come cucina. Due dei quattro escono presto per andare a lavorare, mentre gli altri due sono coloro che danno l’allarme, non appena svegli, affermando di non aver sentito alcun rumore. Una guardia penitenziaria ha detto agli investigatori della squadra mobile di avere visto Polizzi sveglio alle 8.45, molto improbabile vista l’ora del decesso, confermata dall’autopsia.
Il pubblico ministero Giuseppe Longo ha aperto un fascicolo per omicidio volontario,. Si sospetta, infatti, che il detenuto possa essere stato aggredito, in quanto aveva una ferita alla nuca e poi sia stato architettato un suicidio. Inoltre, è stato trovata una maglietta sporca di sangue, all’interno di un sacchetto in un lavandino.
I due indagati hanno raccontato agli investigatori: “Dormivamo e non abbiamo sentito nulla”. Si tratta di una versione che non convince completamente gli inquirenti. “L’iscrizione è un atto dovuto – sottolinea l’avvocato Ferruccio Barnaba, difensore di uno degli indagati – e ci riserviamo di leggere quanto scriverà il medico legale nella sua relazione”.