venerdì, 19 Aprile 2024

Sarà l’Aurora…

Nel volgere di 24 ore un evento di beneficenza come La Partita del Cuore si è trasformato nel peggior incubo che un organizzatore possa vivere. L'Italia odia le donne, nel calcio e non solo. I precedenti si sprecano. Il tema torna puntuale come un ciclo.

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È inutile nascondersi dietro a un dito. Questo paese, scritto appositamente con la minuscola, odia le Donne. Odia le Donne in politica, sempre con la minuscola, tanto che le quote rosa sono rimaste lettera morta e fanno discutere lo stesso, odia le Donne nel calcio, tranne quando la Nazionale femminile fa fare bella figura all’Italia durante i Mondiali, odia le Donne nella vita di tutti giorni, come dimostrano le tante vittime di femminicidio, reato introdotto nel nostro codice penale solo negli ultimi anni. Lo stesso che fino al 1981 prevedeva pene ridotte per il delitto d’onore, caso mai ce ne fossimo dimenticati.

Odia il fatto che le Donne vogliono poter scegliere tutto ciò che le riguarda in prima persona, tanto che a 43 anni dalla legge sull’aborto ci sono ancora contestazioni, odia che si parli della discriminazione delle Donne, come successo di recente con il caso Rula Jebreal e Propaganda Live, per cui anche tra donne se ne sono dette di tutti i colori.

L’Italia è Repubblica democratica laica e aconfessionale, ma in questo paese, sempre scritto espressamente in piccolo, senza la Chiesa le elezioni non si vincono, perché l’Italia odia tutto ciò che non rispecchia i canoni della normalità, come nel caso del Ddl Zan, ma stiamo divagando.

Nel volgere di 24 ore un evento di beneficenza come La Partita del Cuore si è trasformato nel peggior incubo che un organizzatore possa vivere. L’episodio raccontato via social da Aurora Leone rimbalza da stamattina sulle pagine di tutti i giornali: “Cacciata perché donna”. Posizione rimarcata qualche ora dopo, non c’è stato alcun malinteso.

Il caso è esploso, alcuni nomi di punta della Nazionale Cantanti hanno detto chiaramente che con quei dirigenti non sarebbero scesi in campo, primo fra tutti Eros Ramazzotti, e il direttore generale Gianluca Pecchini si è dimesso dopo che il capitano, Enrico Ruggeri, ha annunciato un’inchiesta interna. Ma la cosa non finisce qui. No, perché ha radici che vengono da lontano

Due episodi su tutti, non gli unici. La frase infelice di Carlo Tavecchio, allora presidente della Figc, sulle “donne handicappate nel calcio”, pronunciata durante una intervista a Report. Tavecchio nel tempo si è distinto per altre perle. Il secondo, l’altra frase infelice sui soldi da dare “a quattro lesbiche” di Felice Belolli, presidente della Lega Nazionale Dilettanti. Chissà poi per quale motivo l’orientamento sessuale deve essere accostato alla prestazione atletica. Mah…

Certo è passato qualche anno, ma non è che di strada se ne sia fatta poi molta. Fatto sta che in questa nazione, almeno non devo specificare l’uso della minuscola per i leoni da tastiera, certi argomenti sono destinati a non essere mai risolti e superati una volta per tutte, si presentano puntali come un ciclo mestruale. E ogni volta tocca metterci un assorbente, di quelli grossi, per i flussi abbondanti. Sui quali, non dimentichiamo, si paga anche l’iva al 22%.

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