24 maggio 1961. Oggi Ilaria Alpi avrebbe compiuto 60 anni.
Ne aveva 32 quando, quella domenica 20 marzo 1994, fu uccisa a Mogadiscio insieme al cameraman Miran Hrovatin. Per anni la sua famiglia ha lottato per la verità, fino a quando anche sua madre, Luciana, si è spenta. Ma il desiderio di conoscere chi e perché si sia impossessato della vita della giornalista non si estinguerà mai. Non deve.
Lo ha detto anche il presidente della Camera, Roberto Fico, alla cerimonia in ricordo della reporter tenutasi a Compiano, la città d’origine del padre Giorgio. “Non mollare la presa, perché la storia di Ilaria Alpi è la storia di una giornalista coraggiosa, che ha fatto giornalismo di inchiesta vero, fino in fondo, senza abdicare a quella che lei deputava la sua missione, insieme a Hrovatin”. Il presidente ribadisce l’impegno della Camera dei deputati e delle istituzioni della Repubblica nel cercare la verità su quanto accaduto 27 anni fa, “lo dobbiamo a Ilaria Alpi, a Miran Hrovatin e andremo avanti così“.
Nonostante l’istituzione di un’apposita Commissione parlamentare d’inchiesta, è ancora sconosciuto il motivo per il quale i due giornalisti di Rai3 abbiano perso la vita. Negli anni sono state avanzate diverse ipotesi: Alpi e Hrovatin stavano indagando su traffici illeciti di armi e rifiuti in Somalia, un velo che per qualcuno non andava sollevato; il loro reportage non è mai stato mandato in onda.
La scuola di Ladispoli che porta il nome della reporter ha deciso di omaggiarla con un murale realizzato dall’artista Alessio Gazzola. Ilaria Alpi con l’immancabile microfono, simbolo della “libertà d’opinione” e un elicottero alle sue spalle, “il volare alto, la crescita della sapienza”, come spiega la dirigente scolastica Maria Bevilacqua.
