martedì, 23 Aprile 2024

Covid, Italia in zona gialla. Locatelli: “Da metà luglio via mascherine all’aperto, improbabile nuovo lockdown”

Tutta l'Italia passa in zona gialla e aprono le palestre. Franco Locatelli: "Da metà luglio via mascherine all'aperto, nuovo lockdown improbabile".

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Questo giorno sembrava non dovesse mai arrivare; invece, il 23 maggio, il Ministro della Saluta Roberto Speranza ha firmato l’ordinanza con la quale tutta Italia, da oggi 24 maggio, passa in zona gialla, anche la Valle d’Aosta, l’unica rimasta arancione fino alla scorsa settimana.

La normalità sta finalmente tornando e ci sarà chi l’assaporerà prima di altre: dall’1 giugno, infatti, Friuli Venezia Giulia, Sardegna e Molise passeranno in zona bianca, dove saranno eliminate tutte le restrizioni, tranne distanziamento e mascherine; dal 7 giugno, invece, toccherà ad Abruzzo Veneto e Liguria. Se i dati del monitoraggio del 28 maggio lo permetteranno, toccherà anche a Lombardia, Lazio e Umbria. La cosa importante, e quanto meno confortante, è che tutte le regioni hanno un indice Rt medio inferiore ad 1, quindi classificate a rischio basso e che questa settimana nessuna supera la soglia critica di posti letti in terapia intensiva (19%) o area medica (19%).

A partire da questo fine settimana sono riaperti i centri commerciali durante i week-end, mentre da oggi riaprono le palestre sempre con regole e protocolli da seguire. Dal 1° giugno aperti bar e ristoranti al chiuso, dal  15 al via matrimonio, parchi tematici e centri congressi e infine dal 1° luglio corsi di formazione, sale giochi, centri benessere e piscine al chiuso. Nuova stagione per il turismo estivo.

Secondo il coordinatore del Cts e Presidente del Consiglio Superiore di Sanità Franco Locatelli: “Da metà luglio via mascherine all’aperto”. Locatelli ritiene un nuovo lockdown “altamente improbabile”. E spiega: “Tutte le decisioni sono state prese per non esporci al rischio di dover richiudere. La campagna di vaccinazione fa la differenza” e di togliere la mascherina credo potremo parlarne nella seconda metà di luglio, eliminando l’obbligo solo all’aperto, o anche al chiuso tra persone vaccinate e non soggette a ‘fragilità”.

Sul piano vaccini, prosegue: “condivido le considerazioni del generale Figliuolo: la corsa alla vaccinazione ‘indiscriminata’ è inutile, bisogna dare priorità a chi rischia in caso di contagio, mentre per quanto riguarda i vaccini ai giovanissimi, una volta che sarà arrivato il via libera dell’Ema, atteso per fine maggio, e avremo messo al sicuro le fasce di popolazione a rischio, potremo partire con gli studenti, così da assicurare la didattica in presenza e in sicurezza nel prossimo anno scolastico. Per il futuro è largamente possibile che avremo bisogno di una terza dose, ma è un tema che si porrà non prima di ottobre”.

Mentre riguardo l’obbligo vaccinale, per Locatelli “al momento non vedo gli estremi per discuterne. Lo scenario attuale non rende necessario l’obbligo se non per gli operatori sanitari”. 

Diverso il parere del Professore Sergio Abrignani, componente del Cts in merito all’obbligo vaccinale: “In 10 milioni rifiutano vaccino, senza obbligo non fermeremo il virus. Io sono assolutamente favorevole all’obbligo vaccinale. Già lo dissi a gennaio. Per questo virus che è un problema di sanità pubblica ci vuole l’obbligo così come lo abbiamo avuto per il vaiolo e per la polio. In Italia l’11% dice che non si vuol far vaccinare, il 7% risponde probabilmente no. Di fatto siamo al 18% e la maggior parte è sotto i 60 anni – spiega – non è più un problema individuale: se non mi vaccino io causo un danno alla comunità. Se in 10 milioni non si vaccinano in Italia rischiano di selezionare nuove varianti che possano diventare insidiose. Tra l’altro quei 10 milioni mettono a rischio anche i 500mila che non possono vaccinarsi per le loro condizioni di salute“.

Silvio Brusaferro: “Serviranno altri richiami, tanto continuiamo a rispettare le regole note”. Un invito il suo a rispettare le regole già in vigore da più di un anno. E aggiunge: “Occorre vaccinarsi appena possibile, man mano che arrivano le dosi”. Con molta probabilità si dovranno fare dei richiami”.

Secondo Guido Rasi, ex direttore esecutivo dell’Agenzia europea del farmaco Ema, oggi consulente del commissario per l’emergenza coronavirus: “Vaccini in vacanza? Si può fare. Smettere di parlare e farlo”. Ormai gli italiani stanno organizzando le loro vacanze estive e in molti, proprio in quel periodo, avrebbero la seconda dose del vaccino. Così si è pensato di dare loro la possibilità di farli nei luoghi di villeggiatura.

E, guardando al futuro, un obiettivo al quale puntare sarà quello di avere i dati vaccinali sulla tessera sanitaria: “Sarebbe un cambio completo di passo anche per la sicurezza del cittadino che con la sua tessera ha tutto per qualsiasi necessità sanitaria, anche di pronto soccorso. Ma da qui a luglio queste mi sembrano solo belle intenzioni e ottime idee, che vanno perseguite”.

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