venerdì, 19 Aprile 2024

Firenze, commessa licenziata per 2 gamberetti: il Tribunale la reintegra

Oltre a ordinare il reintegro della ragazza, il Tribunale ha condannato Unicoop a pagarle anche 12 mensilità. L'azienda si difende: "licenziata per giusta causa".

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Reintegrata dal Tribunale del Lavoro di Firenze la commessa di un supermercato, licenziata nel 2019, per aver dato a un cliente due gamberetti del valore di ben 21 centesimi senza farli pagare, essendo stati chiesti per fare un ‘test allergico’. 

Oltre a ordinare il reintegro della ragazza, il Tribunale ha condannato Unicoop a pagarle anche 12 mensilità.  

La vicenda della commessa restata a casa senza lavoro, sola e con due figlie piccole, scatenò a suo tempo lo sdegno dei colleghi, che si rivolsero alla sigla Usb. Il sindacato, che ha ricostruito l’accaduto in un comunicato stampa, sottolinea che la decisione del giudice restituisce “dignità e rispetto” alla lavoratrice, “dignità per le proprie figlie e per se stessa”. 

L’azienda Unicoop ribatte, tramite una nota, che: “c’era la giusta causa” e che “dispiace rilevare la ricostruzione non veritiera che viene fatta rispetto ad una reazione doverosa della cooperativa verso una propria dipendente che ha violato i suoi fondamentali obblighi lavorativi, tanto da non rendere possibile la prosecuzione del rapporto di lavoro”. 

“In questa vicenda”, si legge ancora nella nota, “tra l’altro ancora aperta da un punto di vista processuale, la dipendente non ha rispettato la normativa in materia di igiene e sicurezza alimentare, contravvenendo inspiegabilmente alle regole in materia di tracciabilità degli alimenti e di corretta informazione ai consumatori, di conseguenza mettendo a rischio la salute e l’incolumità dei clienti. La Cooperativa è doverosamente intervenuta per garantire uno dei valori posti a fondamento della sua missione, ossia la tutela della salute e sicurezza di consumatori, soci e clienti che quotidianamente riconoscono in Unicoop Firenze una garanzia di serietà, trasparenza e qualità, ritenendo di conseguenza non più affidabile tale lavoratrice”. 

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