venerdì, 29 Marzo 2024

Stati Generali della Natalità, Draghi: “Italia indietro su lavoro casa e servizi per l’infanzia”

Il Presidente del Consiglio agli Stati Generali della Natalità: "Per decidere di avere figli i giovani hanno bisogno di 3 cose: un lavoro certo, una casa e un sistema di welfare e servizi per l'infanzia. In Italia purtroppo siamo indietro su tutti i fronti"

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È attualmente in corso la conferenza degli Stati Generali della Natalità, evento dedicato al tema delle nascite, con l’obiettivo di riflettere e provare a fare proposte per invertire il trend demografico. Illustri gli ospiti chiamati a intervenire tra cui Papa Francesco, Virginia Raggi, Nicola Zingaretti, Elena Bonetti e il Presidente del Consiglio, Mario Draghi.

Proprio quest’ultimo affronta la questione dal lato economico, una delle cause principali della scarsa natalità del nostro paese. “Per decidere di avere figli i giovani hanno bisogno di 3 cose: un lavoro certo, una casa e un sistema di welfare e servizi per l’infanzia. In Italia purtroppo siamo indietro su tutti i fronti. I giovani fanno fatica a trovare un lavoro e quando ci riescono devono spesso rassegnarsi alla precarietà. Sono pochi e sempre meno quelli che riescono ad acquistare una casa”.

Il problema secondo il Presidente ha dunque a che fare con mancanza di sicurezza e stabilità. Già prima della crisi sanitaria, l’Italia soffriva di un preoccupante declino di natalità, c’è addirittura qualche imprenditore che riconosce il bonus bebè ai propri dipendenti che decidono di avere figli. Nell’anno della pandemia questo si è ulteriormente accentuato. Nel 2020 sono nati solo 404 mila bambini, il numero più basso dall’Unità d’Italia e quasi il 30% in meno rispetto a 10 anni fa.

Il Presidente affronta anche la questione femminile: “Si è guardato alle donne che volevano far figli come un fallimento e all’individualismo come una vittoria. Oggi con il superamento di importanti barriere ideologiche abbiamo capito che questa è una falsa distinzione, che non trova riscontro nei dati. Le coppie vorrebbero avere più figli di quelli che effettivamente hanno”.

Aggiunge inoltre: “La consapevolezza dell’importanza di avere figli è un prodotto del miglioramento della condizione della donna e non antitetico alla sua emancipazione. Lo stato deve accompagnare questa consapevolezza e continuare a investire nel miglioramento della condizione femminile”.

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