Contratti di solidarietà, taglio totale dei contributi, riduzione dell’orario di lavoro. Queste le principali ipotesi al vaglio del ministro del Lavoro Orlando, per ovviare ai licenziamenti post covid. E poi la novità: contratto di rioccupazione. Ossia assunzione a tempo indeterminato, dopo formazione e periodo di prova (sei mesi al massimo), con sgravi contributivi al 100% se l’azienda assumesse. Per le imprese virtuose, inoltre, è allo studio il contratto di espansione.
Un beneficio anche per chi ha meno di cento dipendenti di ridurre l’orario di lavoro e facilitare lo scivolo (qualsiasi sostegno economico al lavoratore sino alla data in cui matura i requisiti per la pensione). Tale provvedimento premierebbe le aziende che assumono, per avviare la cosiddetta “staffetta generazionale”.
Il contratto di solidarietà entrerebbe in vigore da giugno per scongiurare i licenziamenti. Si tratta di una retribuzione al 70%, in presenza di un calo del 50% di fatturato, mantenendo lo stesso numero di occupati.
Per i settori più colpiti dalla pandemia, commercio e turismo, niente contributi per i dipendenti che vengono riconfermati dopo il blocco dei licenziamenti e la fine della Cassa Integrazione Guadagni (CIG) covid.