giovedì, 28 Marzo 2024

Bobo Rondelli torna con un nuovo album: “Cuore libero”

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Sabrina è il primo singolo tratto dal nuovo album del cantautore e poeta livornese Bobo Rondelli CUORE LIBERO in uscita in formato CD, LP e digitale il prossimo 11 giugno su Santeria/The Cage con distribuzione Audioglobe.
Un tuffo nel passato, fino all’infanzia, con tutta la malinconia dei ricordi più belli, quelli fermati in un filmino super-8, quelli delle amicizie rimaste purtroppo relegate a quell’età e ad una Livorno che, ormai, non c’è più.
Ricordi di un’infanzia vissuta, negli anni ’60, nei cortili di case popolari, “un po’ più per signori” grazie all’ascensore e al garage. Cortili non ancora invasi soltanto dalle auto, dove i bambini giocavano e imparavano la vita socializzando tra loro e non davanti ad uno schermo televisivo o di un computer.
Il cortile era in comune con altri palazzi e, senza troppe auto, ci permetteva di giocare con nuovi amici e finalmente anche con qualche amica.
Tra tutte, Sabrina. Bellissima, riccioli biondi, occhi di un verde mai più rivisto, con una cicatrice sul mento che la faceva pirata. Tutti i ragazzini le andavano dietro, sia maschi che femmine. Era anche molto dispettosa, Sabrina, ma portava sempre buon umore. (*)
Sabrina, prima bimba a diventare amica nei giochi da bambini, forse anche la prima a muovere qualche sentimento che va oltre l’amicizia, figura ancestrale e allo stesso tempo fortemente materiale, che solo i più fortunati hanno avuto come compagna di giochi nella propria infanzia.
E con l’arrivo dell’età adulta, l’allontanarsi di due anime libere, il pudore reciproco come a spingere via i ricordi dell’infanzia, i contatti, le spinte, gli strusciamenti. Il timore di essere respinti. E poi il destino che segna la vita di ognuno. E il sogno amoroso che rimane solamente tale, appena sfiorato.
Ogni tanto ti sogno che ti affacci e mi chiedi se andiamo giù a giocare, cioè se scendo a farmi prendere in giro come il solito cretino che ero e sono. Da te mi piaceva lasciarmi fare e dire di tutto, il tuo ridere mi illuminava, la tua non era cattiveria, era dispetto di femmina ancestrale.
Devo dirti grazie perché forse sei stata la prima bimba che diventò mia amica. Sabrina, nome dolce e fiero, come la gatta randagia che eri giù in cortile a inventare qualche gioco con tutti i piccoli che ti venivano dietro.
Meglio che tu non lo veda, quel cortile, dove ora ci sono solo macchine che si son prese lo spazio dei bambini. Non ci si può più giocare come noi a pallone, a baseball e poi a cerbottane e alle Olimpiadi, mentre risuonava nell’aria la tua bella voce. (*)

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