venerdì, 19 Aprile 2024

Milano, bambino morto precipitato da 13 metri: maestra condannata a 1 anno di carcere

La maestra di italiano risponde di omicidio colposo nel processo in rito abbreviato per la morte del bambino di cinque anni che, nell'ottobre 2019 è precipitato nella tromba delle scale della scuola Pirelli di Milano

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La maestra di italiano che risponde di omicidio colposo nel processo in rito abbreviato per la morte del bambino di cinque anni che, nell’ottobre 2019 è precipitato nella tromba delle scale della scuola Pirelli di Milano, è stata condannata ad un anno. Il gup Elisabetta Meyer lo ha deciso stamane, in seguito alla richiesta del pm Maria Letizia Mocciaro.

Per l’altra insegnante, che aveva scelto il rito ordinario, è stato disposto il rinvio a giudizio; il suo processo inizierà l’11 luglio davanti all’undicesima penale, per ora ha accolto il patteggiamento a 2 anni di reclusione della bidella co-imputata.

Il tutto accadde il 18 ottobre 2019, quando alle 9,30 del mattino il piccolo ebbe dalle maestre il permesso di uscire da solo dalla classe per andare in bagno.

In base alle ricostruzioni, il piccolo, probabilmente incuriosito dalle voci provenienti da un’altra classe che stava andando in palestra, salì su una sedia con le rotelle e sporgendosi dalla balaustra perse l’equilibrio, cadendo nel vuoto da un’altezza di 13 metri e mezzo.

La collaboratrice scolastica, che nei mesi scorsi si è vista respingere un patteggiamento a 1 anno e 10 mesi da un altro gup, è accusata di non avere vigilato sulla sicurezza del bambino. Avrebbe anche utilizzato il telefono cellulare “per scopi personali durante il tempo in cui avrebbe dovuto effettuare la sorveglianza al piano”. Inoltre la donna si sarebbe allontanata dalla sua postazione di vigilanza, un gabbiotto da cui avrebbe potuto vedere il piccolo e dove avrebbe lasciato incustodita e vicino alle scale la sedia girevole.

Le due insegnanti sono accusate di avere “omesso la dovuta vigilanza sul bambino” avendogli consentito di recarsi ai servizi igienici fuori dall’orario programmato, violando così il regolamento dell’Istituto e la direttiva della scuola.

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