L’Italia riapre. E riapre anche la cultura che durante il lockdown non si è mai fermata del tutto, o almeno ci ha provato. Dal 26 aprile, infatti, nelle zone gialle, e da oggi in quasi tutta Italia, hanno riaperto cinema, teatri e luoghi della cultura.
Il 10 maggio è il turno del Teatro della Scala. Il suo Coro e l’Orchestra torneranno ad esibirsi di fronte al pubblico, diretti dal Maestro Riccardo Chailly, nel 75esimo anno dalla riapertura del 1946, dopo la Seconda Guerra Mondiale. Il teatro aveva chiuso le porte il 22 ottobre, prima del secondo lockdown, con il recital di Jonas Kaufmann.
Ma il pensiero, l’arte e la cultura non conoscono limiti fisici. Infatti, negli ultimi sette mesi, l’attività del teatro ha continuato in streaming e con le registrazioni televisive, per un totale di 35 serate tra opera e balletto, concerti sinfonici, recital di canto e spettacoli per bambini.
Non si può dimenticare Requiem di Giuseppe Verdi in memoria delle vittime del Covid, suonato prima nel Duomo di Milano, il 4 settembre 2020 e poi a Bergamo e Brescia. Sempre a Milano, questa volta all’aperto, sul sagrato del Duomo, il 9 settembre si è svolto il ‘Concerto per l’Italia’ con la Filarmonica.
E poi ancora ottobre, con la memorabile esecuzione di Aida. Il concerto di arie italiane con Anna Netrebko. Il 7 dicembre la Serata ‘a riveder le stelle’ con la regia di Davide Livermore, vista da più di 2.600.000 persone.
Febbraio è stato il turno di Salome di Richard Strauss con la regia di Damiano Michieletto. A marzo quello del dittico Die sieben Todsünden/Mahagonny Songspiel di Kurt Weill con la regia di Irina Brook e l’omaggio a Stravinskij con il Sacre du printemps eseguito sempre dalla Filarmonica.
Il 10 maggio quindi, 75 anni dopo la ricostruzione del Teatro del 1946, sarà la continuazione di un dialogo col proprio pubblico mai del tutto chiuso. Un dialogo che finalmente avrà dei volti, delle persone presenti, il calore del pubblico.
Nel programma sono previsti estratti di Wagner, Henry Purcell, Richard Strauss, Čajkovskij e Giuseppe Verdi. Brani da Tannhäuser, Die Meistersinger von Nürnberg, Ariadne auf Naxos, La dama di picche, La forza del destino, Macbeth e Nabucco.
E, per riprendere il filo rosso dal 1946, come già voluto da Toscanini, non ci sarà nessun discorso prima dell’inizio. Ma solo cori che intonano il “Va’ pensiero” da Nabucco e “Patria oppressa” da Macbeth.