venerdì, 29 Marzo 2024

Giornata per le vittime del terrorismo: ricoradare per andare oltre

Il 9 maggio è la giornata in ricordo delle vittime del terrorismo e delle stragi.

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È difficile dover affrontare argomenti di un certo peso e doverli mettere in relazione a tutto ciò di superficiale che normalmente mandiamo nell’oblio. Eppure il messaggio di Gian Carlo Caselli è finalizzato proprio a questo: sollecitare il ricordo.

Caselli è stato un giudice istruttore a Torino in inchieste sulle Brigate Rosse ed ha quindi, guidato la Repubblica di Palermo dopo le stragi del ’92; è stato anche procuratore generale e procuratore della Repubblica di Torino.  Domenica 9 maggio è la giornata dedicata al ricordo delle vittime del terrorismo e delle stragi. La sua riflessione è abbastanza incisiva e lo confermano le parole da lui scelte durante un’intervista: Il nostro Paese soffre di una strana malattia: la perdita della memoria per quanto concerne il passato, anche quando si tratta di fatti gravissimi che hanno sconvolto l’Italia, come lo tsunami del terrorismo.”

Questa perdita di memoria è parente stretta della mancanza di senso etico continuativo. Il 9 maggio può servire a rimediare almeno un poco a questa malattia. Ce n’è bisogno. Lo dimostrano gli intellettuali francesi e italiani che si oppongono alla richiesta italiana di estradare dalla Francia assassini per terrorismo latitanti, rimasti quindi impuniti, cancellando con un colpo di spugna tutto il male causato alle vittime e ai loro familiari.” e aggiunge “Una terribile ferita inferta alla nostra democrazia

Adriano Sofri, giornalista e attivista italiano, afferma a tal proposito che “dopo 40 anni, gli arresti sono inutili. È difficile voltare pagina se i terroristi non si pentono ma ricordare  Vuol dire ricreare o rafforzare gli anticorpi che possono impedire a certi fatti orribili di riprodursi.

 Dobbiamo pensare che, a differenza di qualcun altro che l’ha fatto per loro, le vittime, non hanno scelto di morire. Quella gente era parte di una famiglia: qualcuno li attendeva alla porta di casa, dalla quale non sono più entrati. Non ci possiamo permettere quindi, di guardare oltre senza guardarci indietro perché quel ricordo lo meritano, quel ricordo sarebbe potuto essere il nostro, se per un caso offertoci dal destino ci fossimo ritrovati esattamente lì.

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