giovedì, 25 Aprile 2024

Omicidio Cerciello Rega, ergastolo ai due ventenni americani

Omicidio Mario Cerciello Rega, Finnegan Lee Elder e Gabriel Natale Hjorth condannati all'ergastolo nella prima sentenza della Corte d'Assise

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Al termine di una camera di consiglio durata tredici ore, è arrivata la sentenza della prima Corte d’Assise di Roma: “Dichiaro colpevoli dei reati a loro iscritti, Finnegan Lee Elder e Gabriel Natale Hjorth, verificati sotto il vincolo della continuazione che condanna entrambi alla pena dell’ergastolo”.

Finisce così la prima fase della triste vicenda che due anni fa, portò alla morte di Mario Cerciello Rega, il vicebrigadiere dei Carabinieri ucciso in pieno centro di Roma con 11 coltellate, dopo essere intervenuto in una vicenda di droga ed estorsione.

Nell’aula bunker di Rebibbia, alla lettura della sentenza, Rosa Maria Esilio vedova del vicebrigadiere, è scoppiata in lacrime. La donna è stata presente a tutte le udienze del processo. Dopo la lettura del dispositivo ha abbracciato piangendo il suo avvocato e i familiari del marito.

“È stato un lungo e doloroso processo”, ha detto Rosa Maria Esilio, “questo non mi riporterà Mario. Non lo riporterà in vita, non ci ridarà la nostra vita insieme. Oggi è stata messa la prima pietra per una giustizia nuova. L’integrità di Mario è stata dimostrata nonostante da morto abbia dovuto subire tante insinuazioni”.

Autori dell’omicidio secondo la Corte, i due giovani americani alla ricerca di una serata di sballo mentre erano in vacanza nella capitale. Infierirono sul vicebrigadiere con un undici coltellate, due delle quali letali.

L’avvocato Renato Borzone difensore di Finnegan Lee Elder ha dichiarato: “Questa sentenza rappresenta una vergogna per l’Italia con dei giudici che non vogliono vedere quello che emerso durante le indagini e il processo. Non ho mai visto una cosa così indegna. Faremo appello: qui c’è un ragazzo di 19 anni che è stato aggredito. Abbiamo assistito al solito tandem procure e giudici”.

Cosa è accaduto la sera del 26 luglio 2019

I due americani, in cerca di droga a Trastevere, avevano rubato lo zaino del facilitatore dei pusher Sergio Brugiatelli. Da quell’episodio è nata una “trattativa” per la restituzione della borsa, che si è conclusa con le 11 coltellate inferte a Cerciello per mano di Elder. Il vicebrigadiere era intervenuto con il collega Andrea Varriale per recuperarla.

Nella requisitoria con cui il pm aveva sollecitato il carcere a vita per i due imputati, il 6 marzo scorso, il rappresentante dell’accusa, Maria Sabina Calabretta, ha affermato che questa vicenda è caratterizzata da “fatti gravi” e “grave è l’ingiustizia che è stata commessa contro un uomo buono, che stava lavorando”.

Ricostruendo le fasi della drammatica colluttazione, il rappresentante dell’accusa ha spiegato che “i carabinieri si sono qualificati, hanno mostrato il tesserino ed erano in servizio: si sono avvicinati frontalmente, non alle spalle. Cerciello non è stato ammazzato con una coltellata ma con undici fendenti in meno di trenta secondi. La vittima non avuto il tempo di elaborare nessuna difesa attiva” e comunque “avrebbe potuto poco anche se fosse stato armato e non lo era”.

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