giovedì, 28 Marzo 2024

Messico e Guatemala, i presidenti: scuse ai Maya per 5 secoli di ingiustizie e oppressioni

Cerimonia pubblica a Felipe Carrillo Puerto con il Presidente messicano Andres Manuel López Obrador e guatemalteco Alejandro Giammattei

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Arrivano leggermente “in ritardo”, seppur assolutamente necessarie ed encomiabili, le scuse del Presidente messicano Andrés Manuel López Obrador e del suo pari titolo guatemalteco Alejandro Giammattei per i torti secolari inflitti alla popolazione Maya. 5 secoli di Conquista, iniziata da Cortès nel 1517, con cui dapprima gli spagnoli e poi altri, hanno sterminato e sottomesso le popolazioni autoctone, portando alla quasi estinzione di una civiltà millenaria come lo era stata quella dei Maya.

Ieri la cerimonia pubblica, tenutasi nello stato sudorientale di Quintana Roo, durante la quale López Obrador ha pronunciato parole che ancora fanno riflettere sui detentori del potere nella storia dell’umanità: “Ci scusiamo con il popolo Maya per i terribili abusi commessi da individui e potenze nazionali e straniere durante la conquista, i tre secoli di dominio coloniale e i due secoli di Messico indipendente”; non passa inosservato, dunque, il riferimento alla Guerra delle caste del XIX secolo.

E se la promessa della costruzione di una linea ferroviaria di 1500 km, che colleghi da un capo all’altro la penisola dello Yucatan, avrebbe dovuto tenere contenti i presenti alla cerimonia, non sono mancati fischi di disapprovazione da parte di diverse associazioni, per un progetto che, oltre a non rispettare l’ambiente, infliggerebbe un danno ulteriore alle stesse comunità indigene verso cui le scuse sono state rivolte.

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