Nel pomeriggio del 2 maggio il quotidiano Domani ha pubblicato l’audio integrale della telefonata fra Fedez, Massimo Cinque, Massimo Bonelli e la vicedirettrice di Rai 3 Ilaria Capitani. In mattinata la Rai, in un secondo comunicato dopo le polemiche sul Concertone, aveva rimproverato il rapper per aver tagliato la conversazione avvenuta con gli organizzatori dell’evento, accusati di voler censurare il suo discorso.
Dalla registrazione emerge che la richiesta di visione dei testi di Fedez è arrivata dalla iCompany, società produttrice ed organizzatrice del concerto del Primo maggio. Massimo Bonelli giustifica infatti la vicenda dicendo che il tutto è stato fatto per poter inserire il pezzo in scaletta e aggiunge: “Sono d’accordo con te, ma abbiamo un editore e un promotore e faccio riferimento a loro”.
Prende poi la parola Massimo Cinque, capo del progetto iCompany: “Nel servizio pubblico puoi dire quello che vuoi, ma le persone che citi dovrebbero essere presenti per difendersi. Le sto chiedendo di adeguarsi a un sistema che probabilmente, anche se lei non lo riconosce, è quello corretto“, questa la frase incriminata. Secondo Cinque le parti che necessitano di una revisione sono quelle contenenti le citazioni con nomi e cognomi dei membri del Carroccio, “perché quelle dichiarazioni possono essere state dette in contesti che non sono quelli che sta riferendo”.
Quando il rapper accusa la società e la Rai (che per i diritti di trasmissione dell’evento paga una somma di circa 500mila euro) di volerlo censurare, interviene Ilaria Capitani: “La Rai non ha proprio alcuna censura da fare. La Rai fa un acquisto di diritti e ripresa, quindi la Rai non è responsabile né della sua presenza, ci mancherebbe altro, né di quello che lei dirà. Ci tengo a sottolinearle che la Rai non ha assolutamente una censura, ok? Non è questo. Dopodiché io ritengo inopportuno il contesto, ma questa è una cosa sua”.
“Posso salire e fare delle cose che per voi sono inopportune, ma per me sono opportune? Si o no?” chiede Fedez rispondendo a Capitani e Bonelli. Quest’ultimo però si dice in difficoltà e giustifica la vicenda parlando di un “problema di opportunità”. Alla domanda “nel vostro futuro i diritti civili sono contemplati oppure no?”, l’organizzatore risponde “assolutamente sì”, ma che il contesto e i termini con cui si vuole trattare la vicenda non sono “editorialmente opportuni”.