giovedì, 25 Aprile 2024

Bologna, omicidio-suicidio: si cerca l’arma del delitto

Proseguono le indagini per la morte della ragazza trovata a pezzi in un cassonetto. La vittima viveva a Bologna da più di 6 anni.

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Viveva a Bologna da più di 6 anni Emma Elsie Michelle Pezemo, la studentessa 31enne originaria del Camerun, il cui cadavere fatto a pezzi nella periferia della città, è stato trovato ieri all’interno di un cassonetto.

Dalle prime indagini si evince che ad ucciderla, sarebbe stato il fidanzato Jacques Honoré Ngouenet, suo connazionale di 43 anni, che dopo il delitto si è impiccato nell’alloggio in cui viveva, ossia in una struttura protetta per persone con problemi psichici.

Sono ancora da chiarire sia il movente sia le circostanze precise dell’omicidio-suicidio. Gli investigatori della squadra mobile, che stanno indagando sulla vicenda, sono ancora alla ricerca dell’arma del delitto, che si presuppone possa essere un’ascia o una mannaia. Ad oggi, l’arma non è stata ancora trovata.

Tutta da ricostruire è anche la dinamica dell’efferato omicidio, l’ora e il luogo dove è avvenuto. La Polizia ha sequestrato l’auto che l’uomo avrebbe usato per trasportare i resti del cadavere fino al cassonetto di viale Togliatti dove li ha buttati, come se fossero spazzatura.

Dal 2014, la ragazza era iscritta all’università di Bologna e, inoltre, stava studiando per diventare operatrice socio-sanitaria. Abitava con altre ragazze in via De Nicola, all’interno dell’azienda regionale per il diritto allo studio.

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