“Morire per delle idee” cantava De Andrè in una sua celebre canzone.
Nulla di più vero se si pensa alla situazione politica della Birmania, in cui si respira aria di guerra civile, e le idee dei manifestanti vengono falciate assieme alle loro vite.
Anche la rinuncia al sogno di una vita può essere inserita di diritto nell’alveo della protesta pacifica: Win Htet Oo, nuotatore birmano di 26 anni, ha, di fatto, imbracciato l’arma della protesta pacifica contro il regime del suo Paese, rinunciando alla sua partecipazione alle prossime Olimpiadi.
Queste le sue coraggiose dichiarazioni: “Accettare il MOC (Comitato olimpico nazionale birmano) così come è attualmente gestito significa riconoscere la legittimità di un regime omicida”. E ancora: “Nella parata delle nazioni, non camminerò sotto una bandiera intrisa del sangue del mio popolo”.
Una rinuncia che diventa una potente e pacifica affermazione di protesta e un appello alla comunità internazionale per la Giustizia.