Secondo i suoi legali sarebbe “insussistente” il ruolo del Presidente della Lombardia, Attilio Fontana, nell’inchiesta ‘Caso Camici’ relativa al bando di camici sanitari e altro materiale della Regione Lombardia.
Durante la seduta del 13 aprile 2021, il Consiglio ANAC, Autorità nazionale anticorruzione, ha infatti deliberato “l’archiviazione del fascicolo in merito alla procedura di affidamento della fornitura non ravvisandosi criticità nell’affidamento disposto nei confronti di Dama e ha preso atto della insussistenza di un ruolo del presidente stesso nella procedura di affidamento a Dama della fornitura dei camici”.
Ma per gli avvocati Jacopo Pensa, Alessandro Munari, Federico Papa e Alessandra Fossati, le interpretazioni di questa decisione non corrispondono alla verità, in quanto “Codacons, autore dell’esposto ad Anac, ritiene di aver visto accolta la sua segnalazione. È esattamente il contrario: pur ritenuta la configurabilità in astratto di una situazione di conflitto di interessi del Presidente della Regione Lombardia, in concreto Anac ne ha accertato l’inesistenza”.
La vicenda dei camici risale al 16 aprile 2020, data della richiesta di una fornitura di 75mila camici sanitari gestita da Aria, centrale acquisti della Regione Lombardia, affidata poi all’azienda Dama Spa, di proprietà del cognato di Fontana. L’operazione fu registrata inizialmente come una fornitura che prevedeva un normale pagamento nei confronti dell’azienda produttrice, ma successivamente si scoprì da una mail che la Regione aveva modificato la vendita in donazione.