Per il secondo anno consecutivo, Napoli dovrĂ rinunciare ai festeggiamenti del patrono della cittĂ .
Sabato primo maggio ci sarĂ soltanto la celebrazione eucaristica nella Cattedrale, con la presenza complessiva di duecento persone, ma dal 2 al 9 maggio i fedeli potranno andare in Cattedrale per pregare davanti alle reliquie.
Anche quest’anno, a causa dell’emergenza sanitaria, non ci sarĂ la processione della statua di San Gennaro che, secondo la tradizione, ricorre nel pomeriggio del sabato che precede la prima domenica di maggio. La celebrazione si svolgeva solitamente dal Duomo alla chiesa di Santa Chiara, con la teca contenente il sangue e con il busto del Santo Patrono della cittĂ e della Campania.
La commemorazione avveniva in ricordo della traslazione delle reliquie del Santo, e quasi sempre durante l’evento, si assisteva alla liquefazione del sangue del martire.
Per la celebrazione, la teca sarĂ presa dalla cassaforte e verrĂ portata sull’altare maggiore per dare inizio alla celebrazione eucaristica, durante la quale potrebbe avvenire il prodigio della liquefazione; se si verificasse, l’arcivescovo lo annuncerĂ all’assemblea e ci sarĂ lo sventolio del fazzoletto bianco. Al termine, la teca sarĂ portata sul sagrato per mostrarla idealmente alla cittĂ e benedire i napoletani e i campani.
Il culto e la devozione popolare per San Gennaro sono oggetto di una richiesta di riconoscimento di patrimonio immateriale dell’umanitĂ coordinata dal Laboratorio di urbanistica e pianificazione territoriale della Federico II che si avvale del sostegno di artisti e studiosi con il coinvolgimento di istituzioni, il supporto dell’Icomos Italia e la condivisione della Fondazione ComunitĂ di San Gennaro per il coinvolgimento di altri enti e chiese in Italia e nel mondo impegnati nel culto di San Gennaro, i cui fedeli si stima siano circa 25milioni.