martedì, 23 Aprile 2024

Licata, violenze sui disabili: custodia cautelare per due 14enni

i due minorenni, insieme ad altri maggiorenni già arrestati, per mesi hanno reso oggetto di violenze e gravi minacce persone indifese affette da disabilità.

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A Licata due 14enni sono accusati di avere torturato tre disabili. I minori sono stati collocati in due comunità di recupero in seguito alla misura cautelare eseguita dai Carabinieri.
Secondo i fatti, i due minorenni, insieme ad altri maggiorenni già arrestati, per mesi hanno reso oggetto di violenze e gravi minacce persone indifese affette da disabilità.
Molti degli episodi sono stati filmati con gli smartphone e pubblicati sui social network con lo scopo, secondo la Procura per i minorenni di Palermo, di “deridere le vittime”.

La baby gang in passato si era resa protagonista di un’aggressione all’ex assessore comunale nella villa Regina Elena di Licata, bastonandolo come “punizione” per averli rimproverati poco prima mentre distruggevano un tabellone del giardino pubblico.
In un’altra occasione un’intromissione notturna nella casa di una delle vittime, ha portato l’immobilizzazione dell’uomo che dormiva, comprimendogli la testa con il piede e il collo sino quasi a soffocarlo, cercando anche di bruciargli i capelli con un accendino e la pelle con una sigaretta.

Durante la conferenza stampa dell’Arma di Agrigento, il capitano Francesco Lucarelli ha spiegato: “I due, seppur quattordicenni e incensurati, in un breve periodo di tempo hanno mostrato una preoccupante attitudine criminale. Ecco perché il loro comportamento è stato fermato per evitare che potesse fare ancora del male. In un caso di tortura – ha continuato l’ufficiale – uno dei due non era ancora imputabile, perché aveva 13 anni. La pericolosità sociale non è una questione anagrafica, è una questione di contesto sociale e sviluppo della persona. Il degrado sociale porta ad un abbassamento dell’età criminale”.

Dello stesso parere il comandante provinciale dei Carabinieri di Agrigento, il Colonnello Vittorio Stingo, che non limita il fermo come la risoluzione del problema: “Noi non dobbiamo soltanto arrestare, ma vogliamo curare e per farlo dobbiamo essere tutti insieme con le istituzioni, riuscendo a veicolare un messaggio di positività che determini una vera crescita sociale”.

Sul caso è intervenuta anche la ministra alle Disabilità Erika Stefani: “I ripetuti casi di violenze a danno di persone con disabilità, registrate anche negli ultimi giorni, devono alzare immediatamente il livello dell’attenzione. È assolutamente inconcepibile che la ferocia non si fermi nemmeno di fronte a persone con fragilità. Ciò denota che c’è ancora molto da fare sul fronte culturale e che nuove azioni devono essere messe in campo per prevenire simili fatti. Su questi punti vorrei richiamare l’attenzione di tutti”.

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