mercoledì, 9 Ottobre 2024

Si è spento Marco Astarita, organizzatore di grandi eventi su scala internazionale

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Lo si potrebbe definire un uomo che operava dietro le quinte, dove “in silenzio” ha lavorato alla riuscita di molti tra i più grandi spettacoli live della storia della musica e non solo di quella. Discreto come la sua morte, il piemontese Marco Astarita, 70 anni, originario di Bardonecchia ma residente a Torino.

Musicista, appassionato di percussioni, deve il suo successo al talento nell’organizzazione di eventi di caratura internazionale: direttore di produzione nel 1989, anno in cui Venezia ospitò il live di una delle band progressive rock più psichedeliche del pianeta, i Pink Floyd; la sua inconfondibile mano entra nell’organizzazione delle Olimpiadi Invernali di Torino nel 2006, dell’ Albero della Vita all’Expo di Milano di cui detiene la paternità, passando per il lancio della nuova ‘500, fino all’inaugurazione del nuovo Juventus Stadium.

Il regista Balich, celebre per l’organizzazione delle cerimonie olimpiche, non ha potuto che esprimere un ricordo lusinghiero e sentito verso un uomo con cui ha potuto condividere parte del suo cammino professionale: “Forse nessuno, tra chi in Italia ha partecipato ai memorabili concerti dei Genesis, dei Pink Floyd, degli U2, di Bowie o Madonna sa che deve a lui moltissimo di quella grandezza che ci ha segnato, ispirandoci per anni. Marco è stato uno dei più grandi organizzatori generali del mondo del live entertainment, pioniere nella organizzazione della musica dal vivo e dei grandi eventi in Italia”.

Un anima rock, di quello puro degli anni ’70, che ha contribuito, dunque, alla realizzazione di gran parte degli eventi live del millennio vecchio e nuovo; ma soprattutto – sempre citando Balich – un uomo che possedeva “oltre alla creatività, alla visione, all’immaginazione” soprattutto “una solida capacità organizzativa”. Proprio quest’ultima oggi diventata merce rarissima, oltre che d’inestimabile pregio.

Sebbene i rapporti tra loro non siano sempre stati idilliaci a causa di un licenziamento subito in gioventù e voluto dallo stesso Astarita, conclude Balich ”Marco era un guerriero instancabile, capace di guidare team eccezionali e enormi grazie a un indefesso rigore lavorativo”.

Ed è proprio di uomini di tal portata, silenziosi e assidui nel proprio lavoro, che il mondo non potrà mai dirsi satollo e soddisfatto.