Caos sulla scuola, il Governo valuta la riapertura delle scuole ma i sindacati, le associazioni e le Regioni sono contrarie. Le associazioni continuano a discutere sulla mancata sicurezza in ambito scolastico sia per le strutture che per gli spazi. Il ritorno in classe degli studenti potrebbe innescare una nuova ondata di contagi proprio adesso che i numeri sembrano scendere. Nella giornata di ieri era previsto un incontro tra l’esecutivo le Regioni e anche le associazioni di trasporti per cercare la soluzione migliore per ripartire.
L’incontro si basava sulla possibilità di effettuare delle revisioni al decreto seguendo sempre la stessa linea guida, la riapertura delle scuole. Anche nelle zone rosse è previsto un rientro in classe, seppur parziale. “Magari troveremo una soluzione modulando le percentuali delle presenze in aula“, ha dichiarato Massimiliano Fedriga, Presidente della conferenza delle Regioni. È necessario quindi stabilire se le eventuali deroghe, dovranno essere in capo alle Regioni o ai singoli istituti, come chiesto dai presidi. Dalle zone rosse alle arancioni, che prossimamente saranno gialle, partono già i primi dinieghi e la richiesta di poter derogare alle direttive del Governo.
“Ci troviamo davanti a un atto di volontà politica non supportato da condizioni reali” dichiara il segretario della FLC dichiara Francesco Sinopoli. Sembra infatti impossibile riaprire in tutta sicurezza e seguendo le linee guida varate dal governo. “Solo per il Veneto servirebbero mille autobus in più” ha dichiarato il Presidente Zaia. Si cercherà quindi di trovare una soluzione flessibile che possa permettere il rientro in classe in totale sicurezza, con ingressi scaglionati o prolungamento dell’orario scolastico. Per il momento rimane attiva la possibilità di poter seguire le lezioni in DAD per tutti gli ordini e i gradi di scuola.
Come dichiarato dal membro del CTS Sergio Abrignani, in un’intervista rilasciata a Repubblica.it, sarebbe auspicabile introdurre ed implementare i test salivari sugli alunni. In questo modo sarebbe più facile monitorare la situazione. Dato l’aumento dei contagi verificatosi nelle ultime settimane, si teme un ulteriore impennata della curva.