martedì, 23 Aprile 2024

Palestina, Biden cambia rotta

Gli Stati Uniti ripristinano gli aiuti al popolo palestinese dopo il congelamento ad opera dell'ex presidente Trump, stanziando 235 milioni di dollari.

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Il presidente Usa rinnova la pace e stanzia 235 milioni di dollari per aiutare i palestinesi

Gli Stati Uniti ripristinano gli aiuti al popolo palestinese dopo il congelamento ad opera dell’ex presidente Trump, stanziando 235 milioni di dollari.

Già nei giorni scorsi, l’ambasciatrice degli USA, Linda Thomas-Grenfield aveva dichiarato la volontà degli Stati Uniti di riprendere i rapporti diplomatici con i palestinesi, durante la riunione mensile del Medio Oriente, tenutasi al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. I rapporti Usa-Palestina erano stati tagliati durante tutto il periodo dell’amministrazione Trump.

L’amministrazione Biden riapre, dunque, i canali diplomatici di comunicazione chiusi attraverso vari obiettivi. Fra tutti, l’intenzione da parte degli USA di donare 15 milioni di dollari alle comunità palestinesi nella Cisgiordania occupata e nella Striscia di Gaza, dove la situazione è più problematica.

Secondo un rapporto della Banca Mondiale, esiste un deficit di finanziamento di 30 milioni di dollari che ostacola la somministrazione vaccinale al 60% dei palestinesi che vivono nei Territori occupati: un vero e proprio ostacolo all’immunità di gregge.

Se i gruppi internazionali per i diritti si rifanno ai sensi della Quarta Convenzione di Ginevra e sostengono che Israele deve fornire assistenza a coloro che vivono in quelle terre, il Governo la pensa in modo diverso. Israele, infatti, si appella agli accordi di Oslo e sostiene che la vaccinazione di massa dei palestinesi spetta direttamente all’Autorità palestinese, che autogoverna in modo limitato alcune parti di questi territori.

Se all’inizio degli anni ’90, quando sono stati stipulati, gli accordi avevano come obiettivo il compromesso, non hanno mai portato ad una soluzione politica definitiva. Questo ne è un esempio pratico.

In un precedente Consiglio di sicurezza, l’attuale Vice Rappresentante del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, Richard Mills aveva affermato che l’amministrazione Biden avrebbe esortato il governo israeliano e l’Autorità palestinese a evitare misure unilaterali e ad impegnarsi per il raggiungimento di un compromesso.

Gli altri obiettivi dell’amministrazione americana infatti sono: il ripristino delle relazioni degli Stati Uniti con la leadership palestinese e il popolo palestinese; riattivare i programmi di assistenza e gli aiuti umanitari degli Stati Uniti; adottare misure per riaprire le missioni diplomatiche chiuse;

Il finanziamento, perciò, include 75 milioni di dollari per sostenere la crescita economica e aumentare l’accesso ai servizi, 10 milioni di dollari per riconciliare il fronte israelo-palestinese e 40 milioni di dollari per i programmi di sicurezza, compresi le forze dell’ordine in Cisgiordania.

Netta la virata rispetto all’amministrazione Trump, che aveva interrotto quasi tutti gli aiuti nei confronti dei palestinesi, tanto che nel 2017 erano stati interrotti tutti i contatti con gli Stati Uniti.

Sotto l’ex presidente Donald Trump, gli Stati Uniti avevano fornito un aiuto maggiore verso Israele, riconoscendo Gerusalemme come capitale, spostando l’ambasciata americana da Tel Aviv e tagliando l’assistenza finanziaria ai palestinesi.

Gli Stati Uniti adesso continueranno a lavorare sia con Israele che con la Palestina in modo da raggiungere l’armonia da tempo cercata in Medio Oriente. L’obiettivo principale del finanziamento americano è prima di tutto quello di sconfiggere la pandemia e l’insicurezza alimentare nel mondo. Sicuramente un buon inizio da cui partire per raggiungere la pace.

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