"Marco è nato sano e bellissimo. Il giorno dopo l'ho ritrovato in un'incubatrice devastato da ustioni sul lato sinistro del corpo". Il dolore di una giovane madre che ha vissuto sulla propria pelle e su quella di suo figlio il dramma della violenza ostetrica e della malasanità neonatale, riflesso di quanto sul lavoro l'indifferenza, la superficialità e l'insipienza vadano spesso a braccetto.
Alessandra è figlia della donna che ha ricevuto il primo trapianto di utero realizzato in Italia. La madre, sottoposta a parto cesareo, sta bene ed è ricoverata in Rianimazione e ci resterà fino a che non risulterà negativa al Covid19.
Erika e Chiara, mamme di due bimbi, vivono in Emilia Romagna e in Puglia. Le loro storie descrivono un'Italia a due facce, raccontano di come il sistema sanitario e la routine della maternità sia così diversa a soli 700 chilometri di distanza.
I due parti sono avvenuti all'ospedale San Giovanni di Dio e a quello di Careggi di Firenze nel giro di pochi giorni. "È un caso molto raro che si verifica circa in un caso ogni 100mila nascite" per la dottoressa Anna Franca Cavaliere.
Quasi una donna su due tra quelle risultate positive, secondo il report, non aveva ancora ricevuto il vaccino al momento del parto. Un solo neonato, però, ha contratto l’infezione.
Scomparsi alcuni degli effetti personali della 28enne morta di Covid a dieci giorni dal parto. La denuncia del marito: "Non è giusto aver subito anche questo dolore".
La donna si era contagiata prima del parto. Dopo il cesareo si è aggravato il quadro clinico ed è stata trasferita in rianimazione, ma purtroppo non ce l'ha fatta.
Da alcune testimonianze è emerso che la donna ha dichiarato, al personale sanitario, di essere una 'no vax'. La donna è riuscita a scappare via, pur essendo positiva al covid, lasciando il neonato in ospedale.
Il travaglio durante la notte, la piccola è venuta al mondo al Poliambulatorio di Lampedusa. La piccola Maria e mamma Rita, arrivata dalla Costa d'Avorio, stanno bene.